In genere chi viene a Roma, dopo aver girovagato tra i monumenti più conosciuti della Città, comincia al secondo o terzo giorno a porsi delle domande. Ed, aggiungo io, anche a darsi delle risposte che il molte delle volte sono nella maniera più sbagliata in assoluto.
Una di queste domande è: qual è la chiesa più antica di Roma? E la risposta, quasi con acclamazione popolare, è la Basilica di San Pietro, come se il fatto che sia la più grande delle chiese del mondo cristiano debba anche coincidere con la sua antichità in termini temporali.
Ed oggi ve la svelo io la vera risposta: la Chiesa di San Martino ai Monti, a due passi dal Colle Oppio e quasi al confine con il rione Esquilino, così come recita la targa sulla sua facciata “Santi Silvestro e Martino ai Monti, III secolo d.C.”. Fatti due conti, quando questa chiesa aveva cominciato già ad essere un luogo di preghiera, la religione cristiana era ancora in fasce. Essa esiste fin da un’epoca in cui non era che una casa privata, un titulus, in cui i primi cristiani si rifugiavano per sfuggire alle persecuzioni e professare il Cristianesimo. E la sua antichità trasuda in ogni pietra ed in ogni mattone: nelle colonne delle antiche terme romane; nelle targhe di marmo che citano nomi di martiri cristiani; nei sotterranei, i resti dell’antica casa di Equizio, il plebeo convertito che trasformò casa sua in chiesa.